Mi riaffaccio sul mio blog per un post veloce giusto per farvi gli auguri di Buon Anno!
Manca solo 1 giorno e poi le feste di Natale saranno terminate anche questa volta. Non mi piace guardarmi indietro preferisco guardare al futuro e fare solo buoni propositi per l’anno appena nato. Dopo l’Epifania tornerò alla mia solita cucina salutare perché, lo confesso, con i dolci ho un po esagerato anche questo anno e qualche kg in più sta li a ricordarmelo. Ma prima voglio lasciarvi la ricetta del mio dolce preferito del Natale, che non è il panettone, ma il Pangiallo romano.
Questo in realtà è il Pangiallo di Gabriella. Ormai è lei che lo prepara ogni Natale partendo dalla ricetta originale di Paolo Cacciani, chef dell’omonimo Ristorante di Frascati. Io ho solo il piacere di mangiarlo ogni Natale, sono capace di mangiarmi un panetto da sola per quanto ne sono golosa, altro che panettone.
Chi e’ Gabriella? Gabriella è mia suocera. Una donna che ama le cose buone e belle, ama la precisione e fa un pangiallo buonissimo. Compra solo frutta secca selezionata e canditi bio di ottima qualità dal mio negozio di spezie preferito a Testaccio ( a proposito romani ancora non conoscete Emporio delle spezie?).
Spella tutta la frutta secca con cura e precisione e poi regala panetti di pangiallo a parenti ed amici perché lei la frutta secca non può mangiarla, ahimè.
Il Pangiallo romano è un dolce natalizio tipico della tradizione romana. Un impasto di frutta secca, noci, nocciole, e mandorle, cedro candito e miele. Questo per me è il dolce di Natale.
Da dove deriva il nome Pangiallo? Dal fatto che nell’antica Roma veniva ricoperto con una pastella a base di zafferano da qui il colore giallo.
IL PANGIALLO di Gabriella (dose per circa 6 panetti)
400 gr di uva passa
500 gr di frutta secca (mandorle, nocciole, noci e pistacchi senza pelle)
50 gr di pinoli
50 gr di frutta candita a cubetti( cedro e arancia)
la scorza di 1 limone bio
2 bacche di vaniglia
Per la pastella:
acqua tiepida qb
20 gr di lievito di birra
100 gr di miele millefiori bio
200 gr di farina bianca
Spellate tuta la frutta secca poi mettetela in forno ad asciugare il tempo necessario. Fate rinvenire l’uvetta in acqua tiepida poi asciugatela e tener era parte. In una ciotola preparate la pastella che deve avere una giusta consistenza né troppo densa né troppo liquida, poi aggiungete la frutta secca, l’uvetta e tutti gli altri ingredienti e amalgamate bene tutti gli ingredienti. Aiutandovi con le mani leggermente umide formate dei panetti rotondi di medie dimensioni e disponeteli su carta forno e lasciateli riposare per un giorno. Il giorno seguente infornateli a 100 gradi per circa 1 ora e mezz’ora. Il dolce deve asciugarsi più che cuocere.La differenza con il panpepato, che ha il cioccolato come legante, qui è la pastella a tenere insieme gli ingredienti.
Paola
5 Gennaio 2016 at 23:21 (9 anni ago)Il pangiallo l’ho conosciuto quest’anno, il mio primo anno a Roma. Ho voluto subito prepararlo e portarlo sulla tavola, accanto a struffoli e roccocò 🙂 Un misto di tradizioni, per parlare di chi siamo 🙂 Buonissimo. Io ho provato una versione che prevedeva l’aggiunta anche di cioccolato fondente. Devo provare anche senza 🙂
verdecardamomo
5 Gennaio 2016 at 23:35 (9 anni ago)Benvenuta a Roma Paola! Allora tu hai fatto il “panpepato” che prevede il cioccolato. Il Pangiallo invece è senza cioccolato ed è la tradizione romana di Natale che si è persa per fare il posto a dolci più commerciali. Io personalmente amo più i dolci della tradizione fatti in casa e non compro altro. 🙂